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■ Il Movimento Cooperativo

 

La Cooperativa è una Società caratterizzata dallo scopo mutualistico che influisce sulla struttura della Società stessa (ad esempio, la variabilità del Capitale Sociale in relazione con la variabilità dei Soci) e può essere sia a responsabilità limitata che illimitata. In termini di diritto possiede sempre personalità giuridica.
Dal punto di vista della diffusione le Cooperative di Consumo sono indubbiamente le più importanti. Esse hanno lo scopo di soddisfare la domanda di beni, in genere alimentari, da parte di un gruppo di consumatori associati, eliminando il profitto della filiera degli intermediari e quindi a condizioni più favorevoli di quelle che i singoli non associati potrebbero trovare sul mercato. Allo scopo economico si associano, specialmente nei primi tempi del movimento, anche finalità mutualistiche, educative e sociali. Storicamente le prime Cooperative sono sorte come reazione alle terribili condizioni di vita imposte al proletariato operaio a seguito della rivoluzione industriale e dall’adozione del “sistema di fabbrica” che concentrava in un unico punto il capitale, i mezzi di produzione e la mano d’opera, col conseguente rapido inurbamento della plebe ex contadina, diventata forzatamente operaia.

Ed è all’Inghilterra, allora indiscussa potenza mondiale finanziaria, industriale e commerciale, che si deve la nascita della prima Cooperativa. E’ infatti il 23 Ottobre 1844 la data unanimemente riconosciuta a cui si fa risalire l’inizio dell’esperienza Cooperativa. Per volontà infatti di 28 lavoratori nasceva quel giorno la Società dei “Probi Pionieri Di Rochdale”. In quella cittadina della Contea di Lancaster, sotto la guida di Howart, venne fondato in Toad Lane (Vicolo dei Rospi) il primo Spaccio Cooperativo. Esso nacque sulle ceneri di una precedente esperienza del 1833, quando venne aperto un primo negozio Cooperativo che però fallì nel 1835, ed aprì la sera del 21 Dicembre 1844. Di sera perché i soci promotori di giorno facevano altri lavori e poi perché i lavoratori avevano bisogno di un negozio aperto la sera.
Essa era la prima iniziativa economica fondata su principi e organizzazione cooperativi che riuscì a resistere alla costante sfida dell’economia di mercato. Sembrava la fionda di David contro Golia perché nasceva allora, di fatto, la cooperazione e con essa si inaugurava un periodo pionieristico che, alimentato dai primi incoraggianti successi, ben presto fece della struttura cooperativa un modello da imitare in ogni parte d’Europa.

Il principio ispiratore dei Probi Pionieri era quindi quello di lavorare non solo per sé ma anche per gli altri; risparmiando e guadagnando non per il soddisfacimento dei propri bisogni immediati ma per quelli della comunità futura. Alla favola di Rochdale ed ai suoi principi ispiratori si fanno risalire anche le caratteristiche che dovrebbero ancora oggi ispirare tutte le Cooperative: la mutualità, il controllo democratico, la libera adesione, la neutralità politica e religiosa.

Pochi anni dopo, in Germania, nascevano le prime Cooperative di Credito nelle aree urbane e le Raiffaisen nelle zone rurali. In Italia fu invece il Piemonte a tenere a battesimo le prime Cooperative nostrane; sorte anche sulle speranze create dall’approvazione dello Statuto Albertino.

Un primo “Magazzino di Previdenza” nasce a Torino nel 1853 su iniziativa dell’Associazione Generale degli Operai. L’iniziativa si estese ben presto ad Alessandria (1854), Biella e Vigevano.
Nascono anche le prime Società di Mutuo Soccorso e le Cooperative di Produzione e lavoro ad opera delle varie categorie di lavoranti: tipografi, fonditori, lavoranti del legno, sarti, fabbri ecc. nonché dei muratori e dei braccianti.
Nell’anno 1862 si potevano contare nel Regno d’Italia ben 443 Società di Mutuo Soccorso delle quali 209 costituite solo tra il 1860 ed il 1862. Le prime Cooperative di Consumo nascono invece a Milano e Como mentre si deve a Lodi il primato della prima Banca Popolare. Per dare maggiore impulso ed organizzazione al movimento nel 1886 viene costituita la Federazione Nazionale delle Cooperative, ribattezzata poi nel 1893 col nome di Lega Nazionale delle Cooperative, alla cui nascita e sviluppo concorsero personalità di orientamento politico ed ideologico eterogeneo. All’interno di questo movimento trovava espressione anche l’altro grande filone di ispirazione della Cooperazione italiana: quello Cattolico. La crescita delle esperienze Cooperative seguiva però non di rado le alterne vicende politico-economiche del nostro Stato mostrando, anche a livello geografico, quella gravissima discrepanza sociale ed economica fra Nord e Sud del paese tanto che alcuni dati resi pubblici nel 1890 fotografavano così la situazione: l’Italia settentrionale contava l’87% delle Sedi Cooperative dell’intero paese mentre quella centrale, il Sud e le Isole il restante.

La coesistenza tra le varie componenti (liberale-repubblicana-socialista-cattolica) durò fino al 1919 anno della scissione e della nascita della Lega, di orientamento laico-socialista, e della Confederazione, di orientamento cattolico.

Dal 1921, con l’entrata in scena del fascismo, si assiste alla sistematica distruzione e persecuzione contro le sedi e gli esponenti delle Cooperative mentre il regime cerca di integrarle all’interno del “sistema”. Nel biennio 1925-1927 si procede allo scioglimento d’ufficio delle due suddette organizzazioni di rappresentanza mentre le Cooperative vengono soppresse o ridotte a meri organismi burocratici sottoposti al controllo del Sindacato Nazionale Cooperativo e poi dell’Ente Nazionale Fascista della Cooperazione. Viene anche istituito il Sindacato Unico ed approvate le “leggi fascistissime” che escludono ogni possibilità di associazione e di espressione.

Nel dopoguerra riprendono il loro ruolo sia la Confederazione Cooperativa Italiana (cattolica) che la Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue ed a queste si aggiungeranno più tardi l’Associazione Generale delle Cooperative Italiane e l’Unione Nazionale delle Cooperative Italiane.

Con la fine delle ostilità il Referendum del 2 Giugno 1946 segna la nascita della Repubblica Italiana e la Costituente inizia il suo lavoro che sfocerà nella scrittura della Costituzione Repubblicana che entra in vigore il 1° Gennaio del 1948. Ed è proprio l’Articolo 45 della nuova Costituzione a sancire indelebilmente l’utilità storica e sociale delle Cooperative:

“La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità”.

Ma molti e feroci sono stati negli anni, non ultimi i più recenti, i tentativi di sminuire, se non addirittura di affossare, la grande utilità sociale delle Cooperative mettendone a repentaglio la loro stessa forma e natura.

La speranza quindi è sempre quella che il passaggio di governi, leggi ed uomini, non sminuisca ne svilisca il lungo e faticoso percorso sin qui effettuato da coloro che ci hanno preceduto e che in un’istituzione e per un mondo cooperativistico hanno creduto e combattuto.

Medaglia commemorativa del 50° anniversario della ricostituzione della Federaz. Prov.le Coop.ve di Modena e dei 150 anni dalla nascita della prima Cooperativa di Rochdale. “Le mani in fede”, quì stilizzate, rappresentano il marchio più antico e ricorrente delle associazioni mutue e cooperative. Il “segno” indica la fratellanza.